Appropriato, divertente e condivisibile!

Molto volentieri, facendo i complimenti all’Autore, allego un divertente. ma quanto mai appropriato (a mio parere), video. Potrebbe essere interessante avere pareri al riguardo!




VQR 2016: La Valutazione delle Qualità dei Rettori

Cosa ci dicono i dati della (seconda) chiusura della VQR? Per l’ANVUR c’è una notizia buona e una cattiva. Quella buona è che, nonostante proteste e boicottaggio, la VQR si farà. Quella cattiva è che, a causa del naufragio della VQR 2011-2014, si salterà direttamente alla VQR 2016, dove la sigla VQR non ha l’usuale significato di “Valutazione della Qualità della Ricerca”, ma sta per “Valutazione delle Qualità dei Rettori”. Come ogni valutazione che si rispetti, l’analisi sarà basata su indicatori oggettivi (non la qualità delle ricerca, ma i conferimenti della propria università). In base ad essi, ogni rettore verrà classificato in una tra quattro classi di merito: UNO, CNEF, CEM, GAL, sigle che stanno per UNrefusable Offer, ‘Ccà Nisciuno È Fesso, Cornuti E Mazziati, Galantuomini. Ad essere premiate saranno le università guidate da Rettori UNO e CNEF. Mentre saranno punite le università dei Rettori Galantuomini e CEM. Leggi l’articolo e vedi i dati (in fondo)




Per qualche dollaro in più

El Indio: «Quando finisce la musica, spara! Se ti riesce…»: «… i GEV contano ben poco e danzano al ritmo della musica suonata dal coordinatore della VQR. In sostanza, hanno eseguito gli ordini senza entrare nel merito». I capolavori sono tali perché ci parlano anche al di là delle stesse intenzioni del loro autore. Dopo “Per un pugno di dollari”, è la volta di “Per qualche dollaro in più”: anche il secondo film della “trilogia del dollaro” ci offre un’insolita ma illuminante chiave di lettura per interpretare articoli e dichiarazioni recenti che riguardano l’Università. 

Ecco il sequel (articoli di N. Casagli) di Per un pugno di dollari.

Intertitolo: Dove la vita non aveva valore la morte talvolta aveva il suo prezzo. Ecco perché nacquero i bounty killers.

“L’Italia è scesa all’ultimo posto in Europa per percentuale di laureati, è penultima per spesa per l’università in rapporto al PIL ed anche ultima nell’OCSE per spesa pubblica destinata all’istruzione. Sono traguardi che non si raggiungono in un giorno, ma che sono il frutto di politiche mirate e perseveranti. In questi ultimi anni, la via ci è stata indicata, giorno dopo giorno, da una piccola schiera di editorialisti, giornalisti, economisti, opinionisti, politici e manager. Sono i maître à penser de noantri, di cui offriamo una breve antologia.” (Redazione ROARS, 2014)

El Indio: Adesso, mi odi al punto giusto.

“Le proteste dei portatori di privilegi, come gli ordinari universitari che vogliono gli arretrati. Mentre abbiamo 4 milioni di poveri.” (Mila Spicola, MIUR, Twitter, 2016)

El Indio: Vediamo se di fronte spari meglio che alle spalle!

“Sometimes the antagonist isn’t wielding a gun. In this kind of attack, there is no person or event that can be met head-on with a protest or a strike. There is no explosion, no great conflict, no epic battle. Such is the case with higher education’s silent killer: the slow, incremental creep of audit culture.” (Mark Spooner, Briarpatch Magazine, 2015)

El Indio: Quando finisce la musica, spara! Se ti riesce…

“A seguito della pubblicazione del nostro articolo che segnalava un fatal error nei criteri bibliometrici della VQR, ci ha scritto un collega «indignato per non dire di peggio», il quale avrebbe interpellato uno dei membri GEV della sua area per capire se, prima di approvarli, si erano posti il problema della correttezza dei criteri o se avessero l’intenzione di porselo, quanto meno dopo la lettura dell’articolo di ROARS. La risposta sarebbe stata che i GEV contano ben poco e danzano al ritmo della musica suonata dal coordinatore della VQR. In sostanza, hanno eseguito gli ordini senza entrare nel merito.” (Redazione ROARS, 2016)

Il Profeta: Io non conosco più nessuno! Sono morto io! Sì, un tempo conoscevo tutti, quando qui intorno c’era solo la prateria. Ma adesso avete tutti… fretta! Coi vostri treni maledetti! Treni fottuti! Ciuf! Ciuf! Ciuf! Ciuuuuf! Puh! Schifo!

“Il rischio maggiore è che il treno della valutazione passi, lasciandoci appiedati, privi di nostri strumenti di selezione e ai margini di un mondo con risorse prevedibilmente decrescenti e sempre più assegnate in base a criteri valutativi.” (Andrea Graziosi, ANVUR, Relazione alla Società Italiana per lo Studio della Storia Contemporanea, 2011)

Il Profeta: Mortimer: un grand’uomo e un gran soldato. Il più formidabile tiratore della Carolina. Gran soldato. Ora si è ridotto a fare il bounty killer come te. Tutta colpa dei treni! Dei stramaledetti treni! Puh!

“Doveva rappresentare la rivoluzione del merito, ma il treno dell’abilitazione scientifica nazionale rischia di deragliare subito, sulla definizione dei parametri per misurare la qualità oggettiva di ogni ricercatore. […]. A risolvere tutti i problemi ci avrebbe pensato la nuova procedura concorsuale prevista dall’ex ministro Gelmini. […] Purtroppo così non è stato e il treno della valutazione gelminiana ha incominciato a correre sui binari di una valutazione tanto facile da proclamare quanto difficile da applicare” (Mario Castagna, L’Unità, 2012)

Il Monco: [osservando la pistola di Mortimer]: Come può fare il nostro mestiere uno che va in giro con una trappola come questa!

“C’é [sic] un paio di licei in Italia che hanno utilizzato questa trappola per topi. I ragazzi costruiscono queste trappole per topi, che sono delle macchine fatte … delle cose fatte con delle trappole per topi, appunto, e che con l’energia cinetica tra … mmh que… queste trappole … chi è in grado di farle meglio le fa andare più avanti. Si divertono, costruiscono queste cose e imparano.” (Roger Abravanel, Fahrenheit, 2015)

El Indio: Non nella cassaforte Groggy! Qui dentro, c’è mezzo milione di dollari.

“A decorrere dall’anno 2016, al fine di consentire un’adeguata programmazione delle attività dell’ANVUR, le risorse iscritte per il finanziamento dell’Agenzia […] sono incrementate fino al raggiungimento del limite di spesa di cui al medesimo comma 142. Al relativo onere, pari a 3 milioni di euro annui a decorrere dal 2016, si provvede mediante corrispondente riduzione di 1,5 milioni del Fondo per il finanziamento ordinario delle università […] e mediante corrispondente riduzione di 1,5 milioni del Fondo ordinario per gli enti di ricerca […]. Le eventuali ulteriori risorse assegnate dal Ministero all’Agenzia a valere sui predetti fondi per lo svolgimento delle proprie attività istituzionali di valutazione non possono superare il limite di 500 mila euro.” (Bozza Legge di Stabilità, 2016)

Il Monco: Quando devo sparare, la sera prima vado a letto presto.

Il sonno della ragione genera anamorfosi bibliometriche.” (Redazione ROARS & Giuseppe De Nicolao, 2016)

El Indio: Quei due piuttosto che averli alle spalle è meglio averli di fronte, in posizione orizzontale, possibilmente freddi.

“Tutto questo […] è il diretto prodotto di una scelta politica fortissima di «compressione selettiva e cumulativa» dell’università italiana. Una scelta inaugurata da Tremonti-Gelmini, ma poi sorprendentemente continuata, con lo stesso identico indirizzo, dai governi successivi, e in particolare dal governo in carica.” (Gianfranco Viesti, Il Mulino, 2015)

El Indio: Non avresti dovuto sparare a quelle mele.

“Caro Presidente Renzi, la frase «l’Università fa schifo» da Lei utilizzata nel corso di una trasmissione televisiva suona offensiva per i docenti e il personale universitario che giorno dopo giorno svolge il proprio lavoro tra mille difficoltà. […]. Ci domandiamo preoccupati perché, quando si parla di Università, assieme alle mele marce non si ricorda che i nostri docenti, per la maggior parte, sono apprezzati e valorizzati anche all’estero come dimostra l’indagine che pone l’Università italiana all’ottavo posto nel mondo. (Vincenzo Vecchio, Presidente CNU, 2015)

Colonnello Douglas Mortimer: Le domande non sono mai indiscrete, le risposte lo sono… a volte.

“Le contestazioni a IIT-Human Technopole sono frutto di ignoranza.” (Roberto Cingolani, La Stampa, 2015). Le 10 domande della Redazione ROARS sull’IIT.

El Indio: Quando la musica finisce, raccogli la pistola e cerca di sparare.

“A chi non raggiunge risultati sul profilo della ricerca e delle pubblicazioni, per dirla brutalmente, taglierò i soldi. Una cosa che non ha mai fatto mai nessuno. Gli strumenti normativi già esistono, ma finora non c’è stata la volontà politica di usarli.” (Stefania Giannini, Ministro, L’Espresso, 2014)

Il Monco: Indio, tu il gioco lo conosci.

“Se le regole del gioco sono state corrette ad ogni lustro, i risultati sono sempre uguali: proteste, ricorsi al Tar, giudizi discutibili. Ricordo, però, che l’etica individuale e la correttezza comportamentale non si possono imporre per decreto: c’è un mondo universitario, da cui io provengo, che si deve interrogare nel profondo, in modo da evitare continui scandali e fare reclutamenti all’altezza” (Stefania Giannini, Ministro, L’Espresso, 2014)

Colonnello Mortimer: Che succede ragazzo?
Il Monco: Niente vecchio, non mi tornavano i conti.

“La classifica del Sole 24 Ore: Macerata e Salerno al top per la ricerca … o no?. Se il Sole 24 Ore pubblica la sua Classifica delle Migliori Università Italiane è naturale andare a vedere chi vince e chi perde. E c’è una sorpresa proprio per quanto riguarda l’indicatore più ambito, ovvero la qualità della ricerca scientifica. […] Ma quali indicatori ha usato il Sole 24 Ore per sconvolgere le gerarchie costituite? Stando a quanto dichiarato, ha fatto «tesoro delle valutazioni realizzate dall’ANVUR». Ma se andiamo a verificare sui dati VQR forniti dall’ANVUR, i conti non tornano.” (Redazione ROARS, 2014)




UniSalerno: «priva di qualunque fondamento» la classifica VQR del Sole 24 Ore

Nella lettera aperta al Rettore di un gruppo di docenti dell’Università di Salerno si esprime il “malessere” per il “comportamento ambiguo” del Rettore nella gestione della protesta #stopvqr: “la nostra Università oggi si vanta di aver raggiunto una percentuale pari al 97.4% di pubblicazioni conferite e di aver di fatto soffocato l’astensione di un gruppo di Docenti”. I docenti sottolineano che “la classifica stilata dal [Sole24Ore] è priva di qualunque fondamento in quanto equipara la “produttività” degli Atenei alla percentuale di conferimento, il quale è stato pesantemente condizionato dal ricorso al conferimento d’ufficio in alcuni Atenei”.

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VQR: scateniamo 2, 10, 70 inferni … con Doodle

I docenti di Parma hanno raccolto 300 firme chiedendo le dimissioni del direttivo ANVUR. Adesso rilanciano, chiedendo ai  colleghi delle altre sedi di raccogliere le adesioni dei propri docenti.  300×70 adesioni.  Leggi il resto dell’articolo

Riporto la lettera di Salmeri e Semplici:

Cari amici e colleghi,
la “campagna” della VQR 2011-2014 è arrivata al suo momento decisivo: la valutazione dei “prodotti” presentati dalla singole strutture. Le 1.315 firme che abbiamo raccolto sono un dato confortante, ma evidentemente inadeguato rispetto all’obiettivo di fermare “questa” VQR. Anche se abbiamo intercettato interessanti segnali che lasciano supporre, almeno in alcune aree, una difficoltà nell’arruolamento dei revisori, non abbiamo motivo di dubitare, a questo punto, che le classifiche che il Ministero e l’ANVUR vogliono con tanta determinazione saranno infine stilate. Chiediamo per questo, a chiunque sia disponibile a farlo, un ultimo sforzo, che è quello di scrivere a tutti i componenti dei rispettivi GEV, inviando il link al testo e ricordando il numero delle firme raccolte. Naturalmente con le parole che ognuno giudicherà appropriate. Ogni ulteriore impegno per ampliare il consenso alla nostra posizione e ridurre così il numero dei “revisori” è ugualmente importante. Noi abbiamo già scritto, a titolo personale, a tutti i coordinatori e ai componenti del GEV 11a la lettera allegata. Vi ringraziamo per quanto è stato e potrà ancora essere fatto e vi salutiamo cordialmente,

Giovanni Salmeri, Stefano Semplici
Allegato:
Lettera inviata ai coordinatori e componenti del GEV 11a

Gentili Colleghi,
la “campagna” della VQR 2011-2014 prevede per i prossimi mesi la vera e propria valutazione dei “prodotti” presentati dalle singole strutture. Come forse sapete, 1315 colleghi hanno firmato un documento con il quale si impegnano a non collaborare alla campagna come revisori e chiedono le dimissioni di tutti i componenti dei GEV (http://firmiamo.org/stopvqr/). Si tratta di una piccola minoranza e, pur considerando gli interessanti segnali che lasciano supporre, almeno in alcune aree, una difficoltà nell’arruolamento dei revisori, non abbiamo motivo di dubitare che le classifiche tanto attese saranno stilate e che il decisore politico potrà continuare ad utilizzarle per “premiare” i più “meritevoli”. Alcuni fatti, tuttavia, non possono essere cancellati. Le modalità utilizzate in numerosi casi per il conferimento dei prodotti sono da molti considerate discutibili, i limiti “tecnici” dell’intera procedura sono stati più volte sottolineati e le diverse forme di protesta hanno comunque scavato solchi profondi nella credibilità della “campagna”, costringendo fra l’altro l’ANVUR ad una riapertura dei termini alla quale università e rettori hanno reagito in modo molto diverso, aumentando ulteriormente la confusione. Il disagio non è rientrato, come dimostra la lettera con la quale 301 colleghi dell’Università di Parma hanno chiesto le dimissioni dei membri del Consiglio Direttivo dell’ANVUR. E l’orizzonte tutto “politico” nel quale si inserisce la pratica della valutazione, per gli esiti che essa inevitabilmente determina, è stato indicato con grande lucidità e onestà intellettuale da Daniele Checchi nel suo intervento del 29 aprile alla Casa della Cultura di Milano, in occasione della presentazione del volume curato da Gianfranco Viesti sul declino dell’università italiana. Più corsi professionalizzanti e meno corsi di giurisprudenza al Sud? Più beni culturali e meno medicina? È con domande come queste che dobbiamo ormai confrontarci, una volta condivisa con Checchi la consapevolezza che le università di questa parte del paese non si possono risollevare da sole (citiamo dalla slide della presentazione riproposta sul sito di Roars).
Sentiamo il dovere, naturalmente a titolo esclusivamente personale, di dirvi che rispettiamo la vostra convinzione che portare fino in fondo “questa” valutazione sia il modo più efficace per promuovere lo sviluppo del nostro sistema universitario e della ricerca o debba essere comunque considerato il “male minore”, ma riteniamo che quella che vi assumete non possa essere considerata, di fronte all’evidenza delle conseguenze che si stanno determinando, una responsabilità semplicemente tecnica. E ci sembra anche giusto ricordarvi che ci sono colleghi che, amando l’università e la ricerca quanto le amate voi, esprimono un giudizio molto diverso su quanto sta accadendo. Non solo per una questione di stipendi e di risorse, ma per un più profondo dissenso sulla natura della nostra “missione” e sull’opportunità di passare in modo così drastico dal linguaggio e dalle pratiche di una “comunità” a quelli di un campionato dove ciò che conta di più è stare davanti agli altri e non aiutare tutti a fare bene. La posta in gioco è troppo grande e non possiamo che scegliere la strada della sincerità con i colleghi che hanno scelto di collaborare alla VQR 2011-2014 e di farlo con un ruolo così importante. Per questo vi abbiamo chiesto e vi chiediamo un passo indietro. Siamo ovviamente i primi a sperare di avere torto e, con questo spirito, vi salutiamo cordialmente,

Giovanni Salmeri, Stefano Semplici




VQR: le possibili illegittimità dei prelievi coatti

Allego, a riguardo dei “prelievi forzosi” recentementi effettuati da vari Rettori, una lettera di diffida inviata dal ricercatore F. Strata al proprio Rettore (Uniparma).

Magnifico Rettore Prof. Borghi, Ill.mo Prorettore Prof. Brighenti,

Dopo un attento esame della documentazione da Voi inviata in data 1 marzo 2016, ore 16:18, prendendo atto delle decisioni del CdA e del SA dell’Università di Parma ed in seguito all’incontro del 4 marzo 2016, ore 9:00, organizzato dal Magnifico Rettore, e constatato che le divergenze di origine sulle questioni del prelievo coatto sono rimaste invariate e soprattutto preso atto che l’azione di prelievo coatto e’ iniziata in anticipo rispetto alle scadenze prefissate, ritengo doveroso inviarVi una sintetica risposta ad alcune delle argomentazioni, con un linguaggio semplice e cercando di evitare considerazioni sulle modalità di questa propagandata decisione/azione, riservandomi il diritto di aggiungere ulteriori argomentazioni qualora se ne ravvisasse la necessità.

A pagina 6 dell’Allegato 3, punto 5, paragrafo 5 si riporta “Se è poi vero che, come si accennava, il prodotto della ricerca in linea di principio appartiene al suo autore, è altrettanto vero che il medesimo non è affatto in tutto e per tutto equiparabile a una normale opera intellettuale, se non altro perché è realizzato da dipendenti pubblici (pagati anche per questo) e sfruttando risorse materiali e organizzative anche dell’Ateneo.”

Ricordando che in accordo con l’Art. 12 L’autore ha il diritto esclusivo di pubblicare l’opera. Ha altresì il diritto esclusivo di utilizzare economicamente l’opera in ogni forma e modo, originale o derivato, nei limiti fissati da questa legge, ed in particolare con l’esercizio dei diritti esclusivi indicati negli articoli seguenti. È considerata come prima pubblicazione la prima forma di esercizio del diritto di utilizzazione.

Si fa presente che l’art. 29 della citata legge 633 dichiara “Per le comunicazioni e le memorie pubblicate dalle accademie e dagli altri enti pubblici culturali tale durata è ridotta a due anni; trascorsi i quali, l’autore riprende integralmente la libera disponibilità dei suoi scritti.

Una prima regolamentazione dei suddetti interessi è contenuta nell’art.11, secondo comma, l.a., che attribuisce proprio alle università i diritti d’autore sulle raccolte degli atti o delle pubblicazioni realizzate a loro nome e spese. È fatto salvo, in ogni caso, un diverso accordo con gli autori delle opere pubblicate. Va, peraltro, evidenziato che la norma in parola deve essere coordinata con quanto previsto dall’art. 29 l.a., il quale, a questo proposito, prevede due distinte situazioni. Nel caso di atti e pubblicazioni che concernono la normale vita dell’ente (comunicazioni sull’andamento dell’attività, relazioni su certi risultati conseguiti collettivamente, resoconti di congressi), i diritti, morali e patrimoniali, di quest’ultimo si protraggono per un periodo di vent’anni dalla prima pubblicazione. Qualora, diversamente, l’università curi, a proprie spese, la pubblicazione di opere dell’ingegno create autonomamente da soggetti aderenti alla stessa – e, quindi, in primo luogo, da ricercatori e docenti da quest’ultima dipendenti – l’art. 29 prevede che i relativi diritti patrimoniali rimangano in capo all’ente per soli due anni «trascorsi i quali, l’autore riprende integralmente la libera disponibilità dei suoi scritti». Quest’ultima previsione trova applicazione soltanto nel caso in cui l’ente di appartenenza curi la pubblicazione e ne sostenga le spese: diversamente, la titolarità dei diritti derivanti dall’opera dell’ingegno prodotta dal dipendente rimane in capo a quest’ultimo. Il combinato disposto delle norme in parola dimostra che l’attribuzione della titolarità in favore delle università delle opere di carattere «umanistico» si realizza unicamente in presenza della duplice condizione sopra richiamata (pubblicazione a cura e a spese dell’università), senza che basti – per gli

atti o per le pubblicazioni, ossia, sostanzialmente, per opere letterarie, scientifiche, visive o musicali – un rapporto di lavoro subordinato dell’autore con l’ateneo stesso.

Dal momento che la legge prevede sanzioni di natura civile, penale ed amministrativa, in caso di violazione del diritto d’autore, lo scrivente ritiene opportuno doversi attivare in modo da salvaguardare il Magnifico Rettore, il CdA, il SA e gli esecutori materiali del provvedimento, Ing. Panciroli e Sig. Panella Marco, dal rischio di incorrere in azioni legali da parte degli autori, diffidandoli dall’utilizzare qualsiasi prodotto della ricerca senza il consenso scritto di chi ne possiede la proprietà intellettuale stabilita dalla stessa legge all’art.2, comma 1.

In risposta a quanto riportato a pagina 8, punto 7., “È appena il caso di notare, per concludere, che, qualora si ritenesse sussistente il potere dell’Università di agire in via sostitutiva nei termini testé precisati, le relative condotte personali non potrebbero assumere rilevanza penale: un comportamento non può essere lecito e tuttavia esporre al tempo stesso l’autore a conseguenze di ordine penale; né, per così dire a monte, paiono inquadrabili in schemi tipici di figure di reato condotte che si limitino all’indicazione ex officio dei prodotti da presentare ai fini della VQR, purché ovviamente nel rispetto delle normative di settore (in tema di trattamento dei dati, di diritto d’autore, di marchi e brevetti, ecc.).” preme far notare che la possibile illegittimità di tale prelievo forzoso non risiede solo nella violazione del diritto d’autore, ma anche della Legge 300/70 art. 2 e 3. Dato che nel caso specifico l’obiettivo del prelievo forzato coincide, come dichiarato, con la tutela del patrimonio aziendale, l’esecutore di tale azione può essere comparato ad una guardia giurata o personale di vigilanza. Ma in virtù dell’art. 3 “i nominativi e le mansioni specifiche del personale addetto alla vigilanza dell’attività lavorativa debbono essere comunicati ai lavoratori interessati“. Dal momento che non vi è stata comunicazione né di nominativi né di mansioni specifiche, gli esecutori materiali di tale azione coercitiva, nella persona dell’Ing. Panciroli e Sig. Panella Marco in primis e di chiunque partecipi a questa operazione, devono essere considerate in violazione di tale normativa con possibili conseguenze sulla normativa del lavoro.

Si conclude facendo presente che, nonostante i solleciti dello scrivente, a seguito del ritardo (omissione d’atto d’ufficio?) con cui il prorettore alla Ricerca, Prof. Furio Brighenti, ha fornito i documenti relativi alle decisioni del CdA e del SA ed alla consulenza del servizio legale di ateneo, con conseguente limitazione dei tempi di risposta da parte della controparte affetta da tale decisione, lo scrivente si riserva in primis il diritto di evidenziare il comportamento deontologicamente scorretto di chi ha posto in essere questo atto coercitivo evasivo dei valori di LEGALITÀ, LEALTÀ e SOLIDARIETÀ cui è improntato il Codice Etico dell’Università di Parma.

Lo scrivente si riserva inoltre il diritto di evidenziare un’ulteriore serie di anomalie che potrebbero rappresentare delle violazioni alla legge 300/70 Statuto dei diritti del lavoratore e delle normative relative al Phishing (un illecito sia civile che penale).

Nel rispetto di una leale collaborazione tra colleghi che dovrebbero solidarizzare con chi agisce nell’interesse di tutti, nella volontà di fare quanto possibile per salvaguardare gli interessi degli studenti e dell’Ateneo, ma soprattutto di coloro che l’Università la fanno, i docenti, e che le danno lustro e fama internazionale, i ricercatori, e soprattutto con la più grande volontà di evitare aule di

tribunali trascinando annose ed inutili cause, si chiede di riaprire un dialogo con il chiaro intento di perseguire un obiettivo comune: un’università migliore per la ricerca e gli studenti.

In fede, Parma li, 6 marzo 2016

Fabrizio Strata




Per un pugno di dollari

Ramón: «”Quando un uomo con la pistola incontra un uomo col fucile, quello con la pistola è un uomo morto”. È un vecchio proverbio messicano.» ANVUR 2016: «Viste le statistiche relative al conferimento dei prodotti alla VQR 2011-2014, l’ANVUR si complimenta con la comunità accademica italiana. L’adesione delle università all’esercizio di valutazione permetterà all’Agenzia di procedere con l’esercizio di valutazione e di generare nei tempi dovuti la seconda istantanea dello stato della ricerca italiana.» I capolavori sono tali perché ci parlano anche al di là delle stesse intenzioni del loro autore. Sergio Leone non poteva immaginarlo, ma “Per un pugno di dollari”, il primo film della “trilogia del dollaro”, offre un’insolita ma illuminante chiave di lettura per interpretare articoli e dichiarazioni recenti che riguardano l’Università.Leggi il resto dell’articolo (di Nicola Casagli)




Rettore di Parma: «Scateneremo l’inferno». 300 docenti lo prendono in parola e chiedono dimissioni del direttivo ANVUR

«Pretendiamo sei cose … se ciò non avverrà, scateneremo l’inferno!!!». Così aveva scritto il Rettore di Parma, Loris Borghi, nella slide finale della sua Lezione accademica speciale, tenuta in occasione della primavera dell’università (21/03/2016). A sottolineare la risolutezza del proposito – oltre ai tre punti esclamativi – una scena di combattimento presa dal Gladiatore di Ridley Scott. Non essendo avvenuto nulla di quanto richiesto, trecento docenti dell’ateneo parmense hanno preso in parola il loro Rettore, sottoscrivendo una lettera con la richiesta di dimissioni del Consiglio Direttivo dell’ANVUR, [da ROARS]. Nell’elenco dei firmatari non compare Loris Borghi.




Boicottaggio VQR oscurato dal Sole 24 Ore. Ma c’è Roars da Radio Londra

Un articolo (lungo, ma completo) sulla situazione finale della VQR che comprende anche un commento a quanto riportato dal Sole 24ore.




L’ANVUR ha comunicato l’esito della riapertura della VQR dal 4 al 15 aprile 2016

La media nazionale degli astenuti  è scesa poco, dall’8% solo al 6,2%, per cui si possono fare le stesse considerazioni già fatte in occasione della chiusura del 30 marzo, ossia divari notevolissimi da sede a sede, non rispondenti ai valori reali degli Atenei: la VQR risulta ancora molto poco significativa. Trovate i dati QUI




«Ma, Gaetano, è una cosa normale?»: dov’è la presa di posizione CRUI su riapertura VQR promessa da Manfredi?

«Comunque su questo prenderemo una posizioneaveva dichiarato il Presidente della CRUI Gaetano Manfredi riferendosi alla riapertura della VQR da parte dell’ANVURperché, se non c’è un chiarimento, non vedo che cosa sia cambiato rispetto a prima». Era il 31 marzo e sono trascorsi 9 giorni, circa due terzi della “finestra” di riapertura che scade il 15 aprile. Eppure, dell’annunciata presa di posizione non c’è traccia sul sito della CRUI o altrove. LEGGI l’articolo (prendendolo con spirito….)




Notizie da Napoli (Federico II)

Riporto [da ROARS] il documento firmato da circa 500 docenti della Federico II, uscito dall’assemblea del 18/3/2016 e consegnato al rettore della Federico II, nonché presidente CRUI, G. Manfredi in occasione della “primavera CRUI” il 21/3/2016 (LEGGI), nonché l’intervento della portavoce napoletana del movimento del Prof. Ferraro, M. Cappelli (LEGGI)




VQR 2011-2014: l’ANVUR (ri)sconfessa l’ANVUR, …

Mah?!!!

Il 1 dicembre 2015, l’ANVUR, con una sorprendente delibera ritornava sui propri passi, rimuovendo l’obbligo dell’identificativo ORCID per poter partecipare alla procedura VQR. L’ANVUR, dunque, considerava quel 4% di colleghi non valutabili, perché privi di ORCID, come uno squilibrio del processo valutativo capace di minare una “valutazione completa ed accurata della ricerca”. Il 15 marzo 2016, l’ANVUR, “viste le statistiche relative al conferimento dei prodotti alla VQR 2011-2014, l’ANVUR si complimenta con la comunità accademica italiana” e afferma, che “l’adesione delle università all’esercizio di valutazione permetterà all’Agenzia di procedere con l’esercizio di valutazione e di generare nei tempi dovuti la seconda istantanea dello stato della ricerca italiana”. In pratica l’ANVUR sorvolava sul problema del mancato conferimento dell’8% dei prodotti come se questo non fosse affatto un problema, ma il 30 Marzo 2016, però, l’ANVUR si (ri)sconfessa e comunica una “Nuova finestra per il conferimento dei prodotti per la VQR 2011-14”, accogliendo, “la richiesta dei Rettori di alcune Università“. Da queste ultime circostanze, appare evidente non solo l’incoerenza dell’agenzia ma che esistono “alcuni Rettori” che sono più Rettori degli altri, visto che, chiaramente, costoro hanno ottenuto più di quanto aveva richiesto l’intera CRUI, la cui richiesta di proroga fino al 30 aprile aveva ottenuto solo un posticipo fino al 14 marzo.

Il 1 dicembre 2015, l’ANVUR, con una sorprendente delibera (n. 15) a procedura ampiamente aperta, ritornava sui propri passi, rimuovendo l’obbligo dell’identificativo ORCID per poter partecipare alla procedura VQR 2011-2014, come espressamente previsto dal bando tra i requisiti [1].

Lo faceva, per tutelare la completezza e l’accuratezza della valutazione (“CONSIDERATO che una valutazione completa ed accurata della ricerca prodotta da Atenei ed Enti di Ricerca costituisce interesse generale degli stessi, anche alla luce degli effetti che ciò avrà sul loro finanziamento”), evitando squilibri che avrebbero inficiato i risultati, tenuto conto che, alla chiusura  delle  operazioni  di accreditamento degli  addetti  alla ricerca,  prevista  in data 30 novembre  2015, solo il  96%  di  tali  addetti  aveva  acquisito  l’identificativo ORCID, …con sentimento protettivo.

L’ANVUR, dunque, considerava quel 4% di colleghi che non sarebbero stati valutabili, perché privi di ORCID, come uno squilibrio del processo valutativo capace di minare una “valutazione completa ed accurata della ricerca”, squilibrio tanto più dannoso poiché la procedura avrebbe avuto pesanti ricadute sui finanziamenti.

Il 15 marzo 2016, l’ANVUR, “viste le statistiche relative al conferimento dei prodotti alla VQR 2011-2014, l’ANVUR si complimentava con la comunità accademica italiana”. Affermava, che “l’adesione delle università all’esercizio di valutazione permetterà all’Agenzia di procedere con l’esercizio di valutazione e di generare nei tempi dovuti la seconda istantanea dello stato della ricerca italiana”, … con sentimento di giubilo.

In pratica l’ANVUR sorvolava sul problema del mancato conferimento dell’8% dei prodotti come se questo non fosse affatto un problema, …con sentimento spudorato.

L’ANVUR, quindi, smentiva se stessa affermando, contemporaneamente, sia che il 4% di docenti privi di identificativo ORCID avrebbe causato squilibri e inficiato i risultati di una valutazione, sia che l’8% di prodotti non conferiti avrebbe comunque potuto “generare nei tempi dovuti la seconda istantanea dello stato della ricerca italiana“, …con sentimento incoerente.

Acquisita un’abitudine, è difficile perderla: l’ANVUR ci ricasca e sconfessa nuovamente se stessa.

Infatti, il 4 febbraio 2016, la CRUI inviava una lettera (Prot. 173-16/P/rg) al Sen. Prof.ssa Stefania Giannini, Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e al Prof. Stefano Fantoni, Presidente ANVUR, chiedendo “una proroga (della VQR, ndr) al 30 aprile al fine di permettere l’inserimento consapevole e corretto dei dati da parte degli atenei, altrimenti impossibile”.

Il 19 febbraio, Consiglio Direttivo dell’ANVUR deliberava di prorogare tale scadenza (solo) fino al 14 marzo. L’ANVUR affermava che tale proroga avrebbe reso “vieppiù critici i tempi previsti dal Decreto Ministeriale per la conclusione della VQR 2011-2014” e invitava gli Atenei “in grado di chiudere la procedura di conferimento dei prodotti prima del 14 marzo a provvedere, in modo da consentire ai GEV di iniziare tempestivamente la fase di valutazione”, …con sentimento operoso e magnanimo.

In pratica l’ANVUR, certificava che non era possibile andare oltre al 14 marzo senza pregiudicare la tempistica prevista dal Decreto Ministeriale per la conclusione della VQR 2011-2014.

Il 30 Marzo 2016, però, l’ANVUR si (ri)sconfessa e comunica una “Nuova finestra per il conferimento dei prodotti per la VQR 2011-14”, accogliendo, “la richiesta dei Rettori di alcune Università“, …con sentimento indulgente.

E’ evidente, però, la nuova sconfessione. Per l’ANVUR “i vieppiù critici i tempi previsti dal Decreto Ministeriale per la conclusione della VQR 2011-2014”, sentenziati il 19 febbraio, non sono più tali il 30 marzo, …con sentimento contraddittorio.

Con questa riapertura dei termini del conferimento, l’ANVUR riesce nell’impresa di (ri)sconfessarsi contemporaneamente anche un’altra volta, smentendo, implicitamente, il successo annunciato il 15 marzo e certificando il clamoroso flop della VQR 2011-2014, …con sentimento di doppio salto mortale all’indietro.

Da queste ultime circostanze, appare altrettanto evidente che esistono “alcuni Rettori” che sono più Rettori degli altri, visto che, chiaramente, costoro hanno ottenuto più di quanto aveva richiesto l’intera CRUI, il 4 febbraio 2016.

Sarà interessante vedere quale posizione prenderà la CRUI nei confronti dell’ANVUR, del MIUR e, soprattutto, di “alcuni Rettori” che, scavalcando la CRUI stessa, dimostrando di essere un interlocutore politicamente più credibile, …”perché, se non c’è un chiarimento“… [2].

Chi saranno mai questi Rettori (ammesso che esistano veramente)?

Quali motivazioni avranno addotto per convincere l’ANVUR a smentire se stessa per l’ennesima volta?

La Rete29Aprile ha posto queste due semplici domande con una lettera aperta [3].

Sarà disposta l’ANVUR a sorprenderci rispondendo a queste due semplici domande…con un (inconsueto) sentimento di chiarezza?

Sarebbe arrivata l’ora di iniziare a sconfessare l’opacità in favore della trasparenza, …con sentimento di correttezza.

Sarebbe anche il caso che il Consiglio Direttivo dell’ANVUR si assumesse, finalmente, tutte le proprie responsabilità attraverso un unico atto conseguente, …con sentimento di decenza.

Proprio quello lì, l’avete capito tutti, anche chi ci legge dall’ANVUR, …con sentimento di perspicacia!

[1]  http://www.rete29aprile.it/index.php/comunicati-stampa-menu/comunicati-r29a/509-vqr-2011-2014-l-anvur-sconfessa-l-anvur

[2]  http://www.roars.it/online/zombie-vqr-crui-non-sa-miur-tace-e-anvur-non-si-da-pace/

[3]  http://www.rete29aprile.it/index.php/comunicati-stampa-menu/comunicati-r29a/512-lettera-aperta-all-anvur

By Gianluca Aloi




Salvate il soldato Zara!

Il rettore di Pisa non è stato il solo a chiedere la riapertura dei termini per il caricamento dei prodotti per la valutazione VQR. Gli deve aver fatto compagnia il rettore dell’Università del Salento, Vincenzo Zara, uno dei collaboratori più fidati di ANVUR, uno dei padri del sistema AVA. Che ha scritto una mail ai docenti della sua università rallegrandosi per la riapertura.

Come poteva il consiglio direttivo abbandonare l’università del Salento ed il suo rettore al triste destino di trovarsi nella posizione “peggiore” di tutti gli atenei italiani in termini di conferimento di prodotti? Zara è uno dei padri di AVA, uno che non si tira indietro quando c’è da presentare le nuove keywords di AVA e sottoporsi alle feroci critiche del direttivo ANVUR (che ormai organizza presentazioni blindate in cui i collaboratori di ANVUR presentano e il direttivo discute, o alternativamente membri del direttivo presentano e i collaboratori discutono).

Salvate il soldato Zara. Senza esitare di fronte a nulla. Neppure di fronte alla rianimazione di una Zombie-VQR, se non c’è altra via.

E Zara, insieme al rettore di Pisa, Augello, si apprestano a nuovi conferimenti, o meglio si apprestano, sollecitando a ciò i direttori di dipartimento, a convincere i riottosi #stopvqr a conferire. O forse ci saranno conferimenti forzosi?

Con buona pace della CRUI e del suo presidente, Gaetano Manfredi, che il 31 di marzo a Camerino, in relazione alla possibilità di riaprire i conferimenti, dichiarava:

Manfredi: Ma neanch’io lo farò, come … diciamo … come Rettore della mia università, ma penso che qua… nessuno lo farà. Comunque su questo prenderemo una posizione.

Chissà se quel plurale si riferiva alla CRUI. Perché per il momento di prese di posizioni non ce ne sono.

Il “qua” interrotto della frase di Manfredi, forse a questo punto, trova una interpretazione più puntuale di quella che avevamo suggerito nel post del 1 aprile. Quel “qua” era l’inizio di un

penso che qualcuno lo farà.

Una frase che a noi sembra rendere bene il clima da redde rationem che si deve respirare in CRUI.




R29A chiede trasparenza: chi ha chiesto di riaprire la finestra?

Vista l’apertura straordinaria di una nuova “finestra” per l’inserimento dei “prodotti” VQR annunciata dall’ANVUR, e considerato che premessa e motivazione di questa curiosa novità sono, secondo l’ANVUR, le richieste di alcuni non meglio precisati “Rettori di alcune Università”, abbiamo chiesto all’ANVUR 1) quali sono questi Rettori 2) quali motivazioni essi hanno addotto per convincere l’Agenzia (considerato che l’ANVUR respinse in precedenza una analoga richiesta CRUI). In attesa della risposta, ecco il testo della lettera:

Illustre Presidente,

certi del rispetto da parte dell’Agenzia degli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni (d. legisl. 14/3/2013, n.33), Le chiediamo cortesemente di volerci fornire le necessarie informazioni in merito alla comunicazione ANVUR del 30 marzo, in base alla quale viene aperta una “nuova finestra per il conferimento dei prodotti per la VQR 2011-2014”.

Poiché questo provvedimento viene posto in essere (cit.) “Accogliendo la richiesta dei Rettori di alcune Università”, e che tali richieste, quindi, costituiscono il presupposto della “finestra” nonché motivazione della stessa, al fine di garantire la massima trasparenza Le chiediamo di comunicarci (o, ancor meglio, di farlo anche pubblicamente con apposito comunicato) quali sono, esattamente, le Università i cui Rettori hanno formulato tali richieste, nonché le motivazioni ivi addotte.

Questa è una lettera aperta che sarà pubblicata sul nostro sito internet (www.rete29aprile.it), e nello stesso sito verrà pubblicata la Sua risposta, che confidiamo di ricevere prontamente.

Cordialità,

Rete29Aprile




Presa di posizione della Sapienza a riguardo della riapertura della VQR

Il Prof. Ferraro informa sulla posizione assunta dall’Ateneo  Roma La Sapienza relativamente  alla riapertura dei termini per la VQR dal 4 al 14 aprile 2016.

MOVIMENTO PER LA DIGNITA’ DELLA DOCENZA UNIVERSITARIA
Aderenti: 23500 Docenti Universitari di 82 diverse sedi universitarie
Sito del Movimento: 
https://sites.google.com/site/controbloccoscatti/home
1° aprile 2016
Cari colleghi Professori e Ricercatori,
allego la posizione ufficiale assunta dall’Ateneo  Roma La Sapienza, la più grande Università Italiana, sulla comunicazione dell’ANVUR relativa alla riapertura dei termini per la VQR dal 4 al 14 aprile 2016.
E’ molto positiva per l’azione sulla VQR promossa dal nostro Movimento al fine di salvaguardare la nostra dignità messa in discussione da quando, a partire dal 1° gennaio 2015, i nostri scatti sono stati ancora bloccati e il periodo 2011-2014 completamente ignorato e per gli altri dipendenti pubblici no, rendendo evidente una discriminazione intollerabile sul piano della dignità.
Il Pro Rettore alla Ricerca, Innovazione e Trasferimento Tecnologico della Sapienza, Prof. Teodoro Valente, ha comunicato a tutti i Docenti dell’Ateneo, in particolare (parole testuali):

Desidero evidenziarVi che l’Ateneo, sulla base di tale comunicazione ANVUR, non procederà ad alcun inserimento centralizzato, nel rispetto dei già sanciti principi di libertà e responsabilità“. E, ancora: “In assenza di un esplicito assenso da parte Vostra, ribadisco che in tale quadro l’Ateneo non provvederà ad alcun inserimento forzato…….”.

Testo della lettera

Ringraziamo Il Rettore della Sapienza per l’apprezzabile posizione assunta, malgrado il suo Ateneo abbia (dati ANVUR) il 13.6% di “astensioni dalla VQR”, contro la media nazionale dell’8%.
Invito a segnalare la posizione di Roma La Sapienza ai vostri Rettori e a invitarli ad assumere ufficialmente  posizioni analoghe.




Per non resuscitare la Zombie-VQR: la lettera di diffida

Nell’articolo è presente il link all’odierno mail del Prof. Carlo Ferraro in risposta alla riapertura della VQR nonché il modello della lettera di diffida.…




Da “Il Manifesto” del 31 Marzo sulla riapertura della VQR

Aggiornamento dal Manifesto; leggi l’articolo




Scandaloso! L’ANVUR riapre la VQR!

Con un comportamento a dir poco scandaloso, l’ANVUR decide di riaprire la VQR! Vedi l’articolo




La VQR e la capacità di condizionamento che l’autorità possiede nei confronti di una collettività

Riflessioni sulla VQR:

Tutto questo avrebbe dovuto e potuto estendere la protesta e renderla vincente, se il corpo sociale accademico fosse stato vivo. E invece è bastato che i Rettori -secondo il diverso stile di ciascuno- imponessero, consigliassero, raccomandassero, chiedessero, minacciassero, implorassero, per indurre la più parte dei docenti a rinunciare alla mobilitazione. Evento triste ma comprensibile, proprio in relazione alla forza che l’autorità esercita sullo spirito gregario presente in ogni membro di un corpo sociale.

Leggi la lettera




Due articoli: la “primavera dell’Università” (?) e la funzione della VQR

Ecco due articoli interessanti: la funzione della VQR (un’opinione da Venezia) e la “primavera dell’Università” (Ciccarelli, su Il Manifesto del 22 Marzo 2016)




VQR: il commento del Rettore di Genova

L’opinione del Rettore dell’Università di Genova sulla VQR non è certo esaltante per quest’ultima! LEGGI




A chi collabora alla VQR diciamo che…

Accettando LIBERAMENTE il ruolo di revisori, i ricercatori lodati dall’ANVUR rinunciano alla possibilità di fermare la VQR e perdono ogni diritto a protestare contro di essa, quale che sia la motivazione alla base della loro scelta. LEGGI l’articolo su ROARS a firma di Alberto Baccini – Università di Siena – Nicola Casagli – Università di Firenze – Giuseppe De Nicolao – Università di Pavia – Stefano Semplici – Università di Roma Tor Vergata




«Su tutto ciò, Ministro Giannini, Lei non ha battuto ciglio! Non siamo disposti a tollerare oltre»

Lettera aperta dei docenti dell’Università degli Studi del Piemonte Orientale al Ministro dell’Università e della Ricerca. LEGGI il testo.




Documento del Movimento per la difesa della dignità dei docenti (Parma)

Ecco l’importante (interessante e lungo) documento elaborato dal Movimento per la Dignità della Docenza Universitaria dell’Università di Parma, che è stato letto il 21 marzo 2016 durante l’evento organizzato dal Rettore di quell’ateneo per la primavera dell’università. Si riporta anche il link alle slides della presentazione del Rettore che illustrano dati assai significativi.




Pisa e Salento: le università più disobbedienti all’Anvur

Un articolo di R. Ciccarelli apparso sul Manifesto del 16 Marzo 2016. Leggi l’articolo




VQR a rischio?

«… io personalmente sono convinto, ci farei delle scommesse, che nella prossima VQR – dico per dire – se si farà, se ci saranno i risultati, chi prenderà meno soldi saranno le università che prima prendevano di più, perché la convergenza è oggettivamente in atto»: a sorpresa, il 16 marzo 2016, nel corso di un forum organizzato dal Mattino di Napoli, il vicepresidente dell’ANVUR lascia trasparire i suoi dubbi sul destino della VQR 2011-2014, la valutazione della qualità della ricerca nelle università e negli enti di ricerca. È appena trascorso il termine (14 marzo) per il conferimento dei “prodotti della ricerca” e nemmeno 24 ore da quando Repubblica.it ha intitolato «Fallisce la protesta contro la valutazione» con Stefano Fantoni che – intervistato – dichiara «Sono molto felice oggi, anche se non ero preoccupato ieri». Ad essere preoccupato, invece, è il Vicepresidente Andrea Graziosi che mette le mani avanti con due “se“. L’ipotesi che il boicottaggio abbia inceppato la VQR, trova presto un’altra conferma: il 17 marzo, in occasione dell’intervento del Ministro Giannini presso la Conferenza dei Rettori, il rettore di Firenze, Luigi Dei, dichiara che i dati ANVUR «non sono lo specchio della reale consistenza dell’astensione» e che «E’ assolutamente impensabile che, sic stantibus rebus, si possa procedere alla valutazione».




Rettore Firenze: «Impossibile procedere alla valutazione». Dati ANVUR «non sono lo specchio della reale consistenza dell’astensione»

«A Firenze il 12,8% dei docenti accreditati ha avuto l’inserimento dei prodotti per una via cosiddetta istituzionale”. I dati ANVUR “non sono lo specchio della reale consistenza dell’astensione». «E’ assolutamente impensabile che, sic stantibus rebus, si possa procedere alla valutazione». Queste le dichiarazioni del Rettore di Firenze Luigi Dei alla riunione odierna della CRUI. Nel mentre che aspettiamo che tutti i rettori rendano noti i dati dei conferimenti coattivi, suggeriamo al ministro di riflettere bene se, visto che la VQR sarà inservibile,  non sia il caso di fermarla, risparmiando i circa 200 milioni che costerà al contribuente italiano.

Nel suo Resoconto CRUI 17 marzo 2016, il Rettore di Firenze, Luigi Dei, insieme a una sintesi dell’intervento odierno del Ministro Giannini presso la CRUI, ha diffuso il testo del suo intervento. Vi si legge:

i dati non sono lo specchio della reale consistenza dell’astensione: ad esempio nel mio Ateneo, che ha inserito il 97,2 % dei prodotti attesi, devo ricordare per trasparenza che il 12,8% degli accreditati ha avuto l’inserimento dei prodotti per una via cosiddetta “istituzionale”, ossia senza la collaborazione delle Colleghe e dei Colleghi che hanno optato per l’astensione fino al termine delle operazioni.

Quindi a Firenze uno degli atenei più virtuosi nel trionfale documento ANVUR di ieri, la partecipazione alla VQR è stata forzata. Il 12,8% dei colleghi ha aderito alla protesta e l’amministrazione ha provveduto al conferimento forzoso dei prodotti.

Quindi a Firenze uno degli atenei più virtuosi nel trionfale documento ANVUR di ieri, la partecipazione alla VQR è stata forzata. Il 12,8% dei colleghi ha aderito alla protesta ed l’amministrazione ha provveduto al conferimento forzoso dei prodotti.

Purtroppo non siamo in grado di sapere quanti sono coloro che a Firenze non hanno partecipato alla VQR. ANVUR, infatti, nella fretta di passare una velina che permettesse di titolare (provate a indovinare l’house organ e il giornalista) che “la protesta è fallita”, è incorsa in uno degli usuali errori di copia e incolla: ha pubblicato per due volte, con titoli diversi, i dati sui “prodotti”, dimenticando di pubblicare i dati relativi agli addetti.

Se il numero dei prodotti fosse proporzionale a quello dei docenti,  a Firenze il conferimento “spontaneo” dovrebbe aggirarsi intorno all’84,4% contro il 97,2% della tabella ANVUR.

Ma il rettore Dei non si ferma qua. Dice infatti:

è assolutamente impensabile che, sic stantibus rebus, si possa procedere alla valutazione senza misure correttive che riparino ad un quadro differenziato di percentuali di prodotti immessi.

Sembra di capire che l’unico che non è preoccupato della protesta è il presidente di ANVUR. Che fa finta di non capire, o non ha capito davvero, che con questi numeri la VQR è inutilizzabile.

A questo punto ci aspettiamo che

  1. tutti i rettori pubblichino le percentuali di adesione alla protesta come ha fatto il rettore di Firenze;
  2. tutti i rettori dichiarino che la VQR rebus sic stantibus è inutilizzabile per la distribuzione del Fondo di Finanziamento Ordinario.

 

E ci chiediamo e chiediamo al ministro: se rebus sic stantibus questa VQR è inservibile, non sarebbe il caso di fermarla risparmiando i circa 200 milioni di euro (a seconda delle stime) che costerà al contribuente italiano?




Considerazioni sulla VQR

Contro tutto e contro tutti, la protesta #stopVQR non si è sciolta ed è riuscita a mantenere dimensioni tali da mettere in discussione l’esercizio di valutazione. Per mascherare l’impasse, l’ANVUR gioca d’anticipo e canta vittoria, fingendo che sia stato una specie di sereno referendum sulle sue procedure di valutazione, ma quello che abbiamo visto assomigliava di più alle finzioni elettorali degli stati di polizia, dove se non vai a votare il candidato unico sai che finirai nel libro nero. L’istantanea della ricerca di cui parla il comunicato ANVUR nasce già sfocata ed è una foto di classe che lascia fuori campo un bel pezzo di Pisa. Punire l’ateneo pisano per scarsa obbedienza  è utile per il paese? E come si farà allora a giustificare l’uso della VQR per le future ripartizioni?

Grazie a caricamenti coatti, pressioni e intimidazioni la percentuale di astensione è risultata inferiore alla soglia psicologica del 10%. Legittimo rammaricarsi, ma non c’è motivo di innescare litanie di recriminazioni e rimproveri reciproci. Come testimonia questo estratto di delibera di un Senato Accademico, alcune astensioni, a volte di pochi punti percentuali, sono indice di una resistenza che sfiora l’eroismo:

DeliberaSAMa la ragione più forte per non piangersi addosso è che la compattezza e il coraggio di alcune sedi – Salento, Napoli Parthenope e Pisa tra tutte – sono riuscite a incastrare un bel sasso negli ingranaggi della VQR. L’istantanea della ricerca di cui parla il comunicato ANVUR nasce già sfocata ed è una foto di classe che lascia fuori campo un bel pezzo di Pisa. Punire l’ateneo pisano per scarsa obbedienza  è utile per il paese? E come si farà allora a giustificare l’uso della VQR per le future ripartizioni?

Contro tutto e contro tutti, la protesta non si è sciolta ed è riuscita a mantenere dimensioni tali da mettere in discussione l’esercizio di valutazione. Per mascherare l’impasse, l’ANVUR gioca d’anticipo e canta vittoria, fingendo che sia stato una specie di sereno referendum sulle sue procedure di valutazione, ma quello che abbiamo visto assomigliava di più alle finzioni elettorali degli stati di polizia, dove se non vai a votare il candidato unico sai che finirai nel libro nero o peggio.

Quindi, tanto di cappello alle migliaia di colleghi che hanno resistito (una novità per l’università italiana). Chi non ce l’ha fatta a resistere, può ancora giocare un ruolo decisivo. Le sedi, i dipartimenti e i colleghi rimasti sulla barricata non devono essere lasciati soli. Hanno mostrato che si può dire no a CRUI e ANVUR. Non era mai successo in modo così ampio e trasversale tra le diverse fasce di docenza.

In queste Termopili accademiche, la CRUI, l’ANVUR e i suoi “Immortali” (in una prima stesura, per un imperdonabile refuso, avevamo scordato la “t”, forse influenzati da un recente programma televisivo) hanno trovato pane per i loro denti grazie a quei 3.000 (invece di 300) che, incuranti del rapporto di forze, hanno osato sbarrare loro il passo.

Chi ha letto Erodoto sa che dopo le Termopili, venne la battaglia di Platea. E qui non si può fare a meno di elogiare la lungimiranza di chi ha voluto inserire uno storico nel direttivo ANVUR. Infatti, chi meglio di lui potrebbe mettere in guardia gli altri consiglieri sui corsi e i ricorsi della storia?

[da




La protesta è fallita. La VQR è morta. Pubblicati i dati ANVUR

«Fallisce la protesta contro la valutazione» titola Repubblica (si legga l’articolo assai scorretto a mio parere personale); Link al sito ROARS per leggere il commento, Il vanaglorioso Comunicato-stampa-Anvur-15-marzo-2016 (un parere scorretto che non tiene conto di quanto avvenuto in molte sedi grazie anche ai pesanti interventi degli “amici” rettori (danoi eletti unitamente ad altre figure)).e i dati statistici della VQR 2011-2014.