Testo dell’appello al Presidente della Repubblica dell’On. Mazzarella

Nel precedente post (riassunto….) non è interamente disponibile il testo dell’appello al Presidente Mattarella pubblicato sul Corriere della Sera del 30 Gennaio. Lo potete leggere QUI.




Un riassunto con novità e aggiornamenti

Ecco un articolo molto completo con anche le ultime novità (sic) del comunicato dell’ANVUR.




Il testo del Comunicato del Coordinamento-Unifi

In risposta al recente invito del Rettore e alle numerose sollecitazioni pervenute da altri riguardo all’adesione alla VQR (tralasciando le non velate minacce di improprie ritorsioni personali), allego il Comunicato approvato dal Coordinamento-Unifi.




La lettera di un top scientist

Riporto quanto scritto da un eminente “top scientist” nella odierna lettera-vqr
Last updated: Gennaio 31, 2016 at 0:32 am




I professori e la VQR

Ecco un altro articolo sulla posizione dei Professori nei confronti della VQR ….




Una lettera ai sostenitori della VQR

Riporto il testo di una lettera inviata da un membro di un Dipartimento di UNIFI ai Colleghi che si sono espressi a favore della VQR:

Cara/o ….,
ho letto della tua decisione di aderire alla VQR e, per la stima che ti porto, mi sento di doverti rispondere.
Aderire alla VQR non è un nostro dovere. Non sta scritto da nessuna parte. Aderire alla VQR è una libera scelta che si compie da persone libere se si crede nella validità di questo sistema di valutazione e se si ritiene che questo sia inserito in un percorso viirtuoso di premialità. Purtroppo non è così. Ormai è acclarato che il sistema di valutazione VQR è solo un delirio di algoritmi in costante cambiamento inadeguati a ottenere una valutazione seria e attendibile, partoriti da ingegneri febbricitanti all’interno di un organismo, l’ANVUR che costa fior di milioni che potrebbero essere meglio spesi finanziando di più un sistema, quello universitario, già ai primi posti nel mondo per produttività. Come vedi, la questione non è la valutazione (anche se il nostro è l’unico comparto del pubblico impiego a essere valutato, peraltro solo in una delle nostre “mission”, la ricerca, mentre della didattica non si parla, un’ulteriore distorsione che si infligge al sistema). La così detta premialità è poi un’altra presa per il bavero. Si premia con risorse aggiuntive, non distraendo risorse che per oltre il 90% sono dedicate al pagamento degli stipendi. In realtà non si premia, si evita di penalizzare ulteriormente un organismo già spossato.
Queste considerazioni non sono secondarie perché vanno al cuore del problema. Quale è il ruolo che la classe dirigente di questo paese e il potere politico che la rappresenta intendono assegnare al sistema dell’istruzione superiore pubblica nell’Italia del futuro? La discriminazione stipendiale (unica in questi termini nel pubblico impiego); il delirante sistema di valutazione; la perdurante penalizzazione del sistema universitario, decurtato negli ultimi anni per oltre il 20% sia in termini di FFO che di turnover, la pecentuale più alta in tutta la pubblica amministrazione; l’investimento per 1,5 miliardi in dieci anni da assegnare alla gestione dell’IIT (un organismo che non è sotto il controllo del MIUR) per il parco scientifico che sorgerà sull’EXPO; il reclutamento di almeno 500 superprofessori con stato giuridico e retribuzione superiori a quelli dei docenti universitari “normali”; il grave attacco al diritto allo studio con grave danno per gli studenti meno abbienti, confermato e aggravato dalle nuove norme, molto più restrittive, dell’ISEE, con ulteriore blocco del così detto “ascensore sociale” che prevede in futuro un numero sempre minore di laureati; la crisi profonda in cui versano molte università del sud … e potrei continuare, sono tutti chiari segni di dove stiamo andando. E a fonte di tutto questo mi si viene a dire che è un dovere fare la VQR per evitare di danneggiare il dipartimento e il futuro dei giovani! Ma stiamo scherzando? Sono considerazioni talmente miopi all’interno del quadro che ti ho descritto che si commentano da sole. Quanto ai giovani, converrebbe piuttosto chiedersi in quale università e con quale ruolo si troveranno a vivere nel futuro.

Ecco, il movimento nato e che sta crescendo in tutta Italia a partire dalle rivendicazioni legate al blocco degli scatti si sta ponendo queste questioni. Chi è pregiudizialmente contrario al blocco  della VQR può sinceramente dire di fare altrettanto? Può sinceramente essere convinto di star decidendo per il bene dell’università?

Spero di non essere stato troppo lungo. Non intendo convincere nessuno, però nessuno mi ha ancora portato validi argomenti che smontino in modo convincente le considerazioni appena fatte e che giustifichino la partecipazione alla VQR come una scelta consapevole e matura

Cari saluti

xxxxxxxxxxxx




Articolo su Repubblica e lettera della CRUI

In questi giorni si sono susseguiti vari momenti importanti quali l’incontro di lunedi 25 della delegazione del coordinamento-unifi con il Rettore e i due seguenti, rispettivi, comunicati. E’ poi apparso in data odierna un articolo nella cronaca di Firenze su Repubblica che, a mio parere personale non chiarisce bene in particolare nei confronti dell’opinione pubblica, le motivazioni della protesta dei docenti attualmente in corso. In allegato anche la lettera del Presidente della CRUI al Ministro a riguardo delle conseguenze del blocco degli scatti di anzianità.




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Due articoli ancora…

Riporto i links a due odierni articoli di stampa a riguardo della VQR

Corriere della Sera

ROARS




Il comunicato del coordinamento-unifi

Riporto, per conoscenza, il comunicato del coordinamento-unifi:

Care cari colleghi,

lunedì 18 gennaio il Rettore Prof. Luigi Dei ha ricevuto una

delegazione del Coordinamento di Ateneo costituitosi in opposizione al

blocco degli scatti e che aderisce all’iniziativa nazionale di temporanea

astensione dalla VQR. I nostri colleghi Paolini e Farina hanno

illustrato al Rettore contenuti e motivazioni dell’azione intrapresa

dai docenti dell’Ateneo a sostegno della rivendicazione del

riconoscimento della carriera, e consegnato la petizione con le firme

di afferenti a vari Dipartimenti del nostro Ateneo. Il Rettore ne ha

preso atto in modo cordiale e collaborativo, ha commentato la

situazione che si è venuta a creare e si è riservato di esprimersi

ufficialmente in merito dopo la riunione della Conferenza dei Rettori

prevista per giovedì 21.

Ha inoltre positivamente risposto alla nostra richiesta di un nuovo

incontro con una più ampia delegazione del Coordinamento, in

rappresentanza delle realtà dipartimentali coinvolte, e che si terrà

il prossimo lunedì 25 gennaio.

Esprimiamo quindi moderata soddisfazione per questa prima parte del

nostro percorso e ringraziamo il Rettore per la sua disponibilità di

ascolto e dialettica, fiduciosi in un confronto sereno e ci auguriamo

positivo e produttivo nell’interesse sia dei colleghi e più in

generale di tutta l’università.

Ora, in previsone del nuovo incontro, vi sollecitiamo, cari colleghi

sia a implementare la raccolta delle firme, sia anche a segnalare

vostre ulteriori osservazioni o proposte da significare al Rettore.

il Coordinamento unifi.




Articoli interessanti nel periodo 1-17 gennaio 2016

Vi riporto un sommario degli articoli apparsi su ROARS nel periodo indicato.




Primo semestre (?)

e così anche il primo semestre del 2015-16 è finito! Come avrete visto ho messo un punto interrogativo dopo la parola semestre perché a me sembra un pochino ridicolo definire tale un periodo che va dall’ultima settimana di settembre (o la prima di ottobre in alcune Scuole) alla penultima settimana di dicembre e che quindi ha una durata di poco più di due mesi e mezzo (considerando le festività varie all’interno). Dolce eufemismo!

Ma per fortuna gli studenti possono ancora iscriversi!!!!!! Ora, se vogliamo, sarebbe il caso di fare alcune considerazioni, ad es. perché il periodo degli esami al termine del primo semestre è stato ampliato a scapito delle lezioni che si tenevano nelle ultime tre settimane di gennaio? La risposta è oggi, purtroppo, più che ovvia: ciò che OGGI conta non è la preparazione dello studente (già messa in profonda crisi da una falsa semestralizzazione), ma il fatto che lo studente sostenga positivamente più esami possibile al fine di laurearsi in tempi brevi. Per raggiungere questo obiettivo (ancora lontanuccio) si fa di tutto nel nostro ateneo. Un numero smisurato di sessioni di esami (con anche più di due appelli) e di sessioni laurea; siamo giunti anche a far sì di impedire la registrazione di un verbale di esame (atto amministrativo) subordinandola all’accettazione (non alla corretta presa visione) del voto o del respinto da parte dello studente (sic)! Potremmo proseguire e discutere sull’eguaglianza del numero dei crediti per esami a contenuti diversi, ma allora….
Riflettiamo sul futuro!

topolino1




La petizione del coordinamento-unifi

Il coordinamento fiorentino ha presentato una petizione il cui testo (compreso l’elenco dei firmatari) è visibile QUI. Sul sito è anche possibile dare la propria adesione.




Le Università in rivolta

Altro articolo interessante sulla protesta dei docenti universitari

La protesta




Le inchieste di Repubblica

Apparso oggi su la Repubblica (formato elettronico) un articolo-inchiesta che riporta numerosi dati statistici e commenti agli stessi:

La grande fuga

Buona lettura…




Un interessante articolo su ROARS

Consiglio di leggere le interessanti considerazioni di Federico Bertone, vedansi anche i commenti, presenti nell’ articolo apparso su ROARS.




Osservazioni personali sulla VQR

Quella che vi sottopongo è la domanda (per me assillante) “perché la didattica non viene mai considerata” nei concorsi, nelle valutazioni ecc? Leggevo oggi un interessante articolo di Andrea Bellelli su ROARS  (Università, qualche perplessità sui metodi di valutazione) dal quale si evince che la didattica è fonte della situazione attuale.

Inoltre, ogni tanto, mi piace rileggere lo Statuto della nostra Università, Firenze, ma penso valga per tutte, in particolare l’art 1 e il terzo comma dell’art 2 (c) alla valutazione,della qualità nella didattica, nella ricerca e nei servizi e al riconoscimento del merito. Ora è pur vero che mai la didattica ha contato qualcosa ad es nei concorsi (solo se era assente!), ma così facendo cioè basando la valutazione sulla SOLA (o quasi) attività di ricerca (o produzione di carta come dice qualcuno) se ne diminuisce ulteriormente la profonda importanza, invitando i più giovani docenti-ricercatori a non dedicare molto del loro tempo a questa che è o dovrebbe essere missione fondamentale dell’istituzione universitaria (non siamo il CNR, l’ITT o similari) e della figura del “docente”. Perdonate, è ovvio che sto invecchiando……(comunque la pensavo così anche anni addietro!!)

homer1