Mozione della comunità accademica di Unical

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Riporto la mozione approvata da UNICAL:

Rende, 08 Marzo 2016

I membri della comunità accademica dell’Università della Calabria, riuniti in Assemblea esprimono la loro forte preoccupazione, per:

  • il definanziamento costante del sistema universitario italiano;
  • la redistribuzione dei finanziamenti pubblici alla ricerca mediante l’utilizzo della VQR nella
  • sua forma attuale, che ridisegna la geografia del sistema universitario italiano;
  • i tagli operati al supporto economico al diritto allo studio;
  • il blocco degli scatti stipendiali e la disparità di trattamento riservata ai docenti universitari
    rispetto ad altre categorie del pubblico impiego;
  • il processo di estrema burocratizzazione del sistema universitario;
  • il mancato rispetto della cadenza di legge nelle procedure di abilitazione;

sottolineano l’importanza della formazione universitaria ed il ruolo centrale dei Professori e Ricercatori universitari per lo sviluppo e la ripresa economica del paese e per il suo miglioramento culturale e continuano a richiedere alle istituzioni di farsi attive e convinte portatrici nelle opportune sedi delle seguenti istanze:

  • l’elaborazione di un progetto di rilancio del sistema universitario che preveda adeguati finanziamenti per l’attività di ricerca ed un rafforzamento dell’organico, che negli ultimi 10 anni ha perso circa 20.000 unità;
  • un confronto che consenta di elaborare processi di valutazione delle attività di ricerca e di didattica condivisi;
    lo sblocco delle classi e degli scatti stipendiali a partire dal 1° gennaio 2015 e riconoscimento giuridico del quadriennio 2011-2014;
  • un progetto di supporto economico al diritto allo studio, soprattutto per le università delle regioni del sud del paese che, sempre più spesso, soffrono di un considerevole calo di studenti a causa delle difficili condizioni economiche in cui versano i territori su cui esse insistono.

Ribadiscono per senso di responsabilità verso la nostra istituzione che, ora più che mai, è necessario confermare, con forza, le azioni di protesta, condivise a livello nazionale, che si dimostrano efficaci e che si concretizzano con l’astensione dalla partecipazione all’esercizio VQR 2011-2014, sia in qualità di “addetti alla ricerca”, sia in qualità di “revisori”.

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