ANVUR: il Sud? Si è suicidato. La cura? Più serie B, meno Giurisprudenza e Medicina. Lì non servono.

«E, siccome il Sud, come ho scritto nel titolo, a mio parere, si è suicidato, non è stato ucciso, allora il problema è che per poter creare una base di discussione che sia, tra virgolette, “accettabile” al resto del paese, occorre chiarire i meccanismi di accountability. Perché il paese può fare un investimento compensativo al Sud, visto che non può uccidere i docenti inattivi che sono presenti nelle università del Sud e rimpiazzarli con docenti nuovi freschi. […]  Marino [Regini] suggeriva la differenziazione tra orientamento professionalizzante e orientamento di tipo generalista – ma uno può anche dire: “al Sud basta facoltà di Giurisprudenza” con rispetto ai colleghi eventualmente presenti che siano laureati in Giurisprudenza in università del Sud. Perché è un input produttivo che non serve, non serve a quella regione lí. E quindi uno dice: “chiudo dei corsi, li chiudo d’autorità, sposto il personale da altre parti perché invece voglio promuovere degli altri corsi”. E via di questo passo», come spiegato dalla slide che, oltre ad auspicare per il Meridione «più corsi professionalizzanti e meno corsi di giurisprudenza» dice anche «più beni culturali e meno medicina». A parlare così è l’ANVUR per bocca di uno dei suoi consiglieri, Daniele Checchi, che non brilla per rigore quando usa gli indicatori di velocità negli studi a sostegno della tesi del suicidio del Sud. «La letteratura corrente, che io ho letto – a differenza di Daniele che la scrive con grandissima qualità – mi pare suggerisca anche che la velocità alla laurea dipende dal bagaglio di competenze che uno si porta dal liceo» gli fa notare Gianfranco Viesti. Il quale, oltre a pizzicarlo su un altro paio di punti, descrive punto per punto i meccanismi per nulla meritocratici attraverso i quali non solo si è ampliato il divario tra Nord e Sud, ma – cosa che non è successa in alcun paese – si è ridotta l’intera università italiana del 20% nel giro di otto anni, «una delle peggiori politiche pubbliche fatte in questo paese». LEGGI l’articolo