Per qualche dollaro in più

El Indio: «Quando finisce la musica, spara! Se ti riesce…»: «… i GEV contano ben poco e danzano al ritmo della musica suonata dal coordinatore della VQR. In sostanza, hanno eseguito gli ordini senza entrare nel merito». I capolavori sono tali perché ci parlano anche al di là delle stesse intenzioni del loro autore. Dopo “Per un pugno di dollari”, è la volta di “Per qualche dollaro in più”: anche il secondo film della “trilogia del dollaro” ci offre un’insolita ma illuminante chiave di lettura per interpretare articoli e dichiarazioni recenti che riguardano l’Università. 

Ecco il sequel (articoli di N. Casagli) di Per un pugno di dollari.

Intertitolo: Dove la vita non aveva valore la morte talvolta aveva il suo prezzo. Ecco perché nacquero i bounty killers.

“L’Italia è scesa all’ultimo posto in Europa per percentuale di laureati, è penultima per spesa per l’università in rapporto al PIL ed anche ultima nell’OCSE per spesa pubblica destinata all’istruzione. Sono traguardi che non si raggiungono in un giorno, ma che sono il frutto di politiche mirate e perseveranti. In questi ultimi anni, la via ci è stata indicata, giorno dopo giorno, da una piccola schiera di editorialisti, giornalisti, economisti, opinionisti, politici e manager. Sono i maître à penser de noantri, di cui offriamo una breve antologia.” (Redazione ROARS, 2014)

El Indio: Adesso, mi odi al punto giusto.

“Le proteste dei portatori di privilegi, come gli ordinari universitari che vogliono gli arretrati. Mentre abbiamo 4 milioni di poveri.” (Mila Spicola, MIUR, Twitter, 2016)

El Indio: Vediamo se di fronte spari meglio che alle spalle!

“Sometimes the antagonist isn’t wielding a gun. In this kind of attack, there is no person or event that can be met head-on with a protest or a strike. There is no explosion, no great conflict, no epic battle. Such is the case with higher education’s silent killer: the slow, incremental creep of audit culture.” (Mark Spooner, Briarpatch Magazine, 2015)

El Indio: Quando finisce la musica, spara! Se ti riesce…

“A seguito della pubblicazione del nostro articolo che segnalava un fatal error nei criteri bibliometrici della VQR, ci ha scritto un collega «indignato per non dire di peggio», il quale avrebbe interpellato uno dei membri GEV della sua area per capire se, prima di approvarli, si erano posti il problema della correttezza dei criteri o se avessero l’intenzione di porselo, quanto meno dopo la lettura dell’articolo di ROARS. La risposta sarebbe stata che i GEV contano ben poco e danzano al ritmo della musica suonata dal coordinatore della VQR. In sostanza, hanno eseguito gli ordini senza entrare nel merito.” (Redazione ROARS, 2016)

Il Profeta: Io non conosco più nessuno! Sono morto io! Sì, un tempo conoscevo tutti, quando qui intorno c’era solo la prateria. Ma adesso avete tutti… fretta! Coi vostri treni maledetti! Treni fottuti! Ciuf! Ciuf! Ciuf! Ciuuuuf! Puh! Schifo!

“Il rischio maggiore è che il treno della valutazione passi, lasciandoci appiedati, privi di nostri strumenti di selezione e ai margini di un mondo con risorse prevedibilmente decrescenti e sempre più assegnate in base a criteri valutativi.” (Andrea Graziosi, ANVUR, Relazione alla Società Italiana per lo Studio della Storia Contemporanea, 2011)

Il Profeta: Mortimer: un grand’uomo e un gran soldato. Il più formidabile tiratore della Carolina. Gran soldato. Ora si è ridotto a fare il bounty killer come te. Tutta colpa dei treni! Dei stramaledetti treni! Puh!

“Doveva rappresentare la rivoluzione del merito, ma il treno dell’abilitazione scientifica nazionale rischia di deragliare subito, sulla definizione dei parametri per misurare la qualità oggettiva di ogni ricercatore. […]. A risolvere tutti i problemi ci avrebbe pensato la nuova procedura concorsuale prevista dall’ex ministro Gelmini. […] Purtroppo così non è stato e il treno della valutazione gelminiana ha incominciato a correre sui binari di una valutazione tanto facile da proclamare quanto difficile da applicare” (Mario Castagna, L’Unità, 2012)

Il Monco: [osservando la pistola di Mortimer]: Come può fare il nostro mestiere uno che va in giro con una trappola come questa!

“C’é [sic] un paio di licei in Italia che hanno utilizzato questa trappola per topi. I ragazzi costruiscono queste trappole per topi, che sono delle macchine fatte … delle cose fatte con delle trappole per topi, appunto, e che con l’energia cinetica tra … mmh que… queste trappole … chi è in grado di farle meglio le fa andare più avanti. Si divertono, costruiscono queste cose e imparano.” (Roger Abravanel, Fahrenheit, 2015)

El Indio: Non nella cassaforte Groggy! Qui dentro, c’è mezzo milione di dollari.

“A decorrere dall’anno 2016, al fine di consentire un’adeguata programmazione delle attività dell’ANVUR, le risorse iscritte per il finanziamento dell’Agenzia […] sono incrementate fino al raggiungimento del limite di spesa di cui al medesimo comma 142. Al relativo onere, pari a 3 milioni di euro annui a decorrere dal 2016, si provvede mediante corrispondente riduzione di 1,5 milioni del Fondo per il finanziamento ordinario delle università […] e mediante corrispondente riduzione di 1,5 milioni del Fondo ordinario per gli enti di ricerca […]. Le eventuali ulteriori risorse assegnate dal Ministero all’Agenzia a valere sui predetti fondi per lo svolgimento delle proprie attività istituzionali di valutazione non possono superare il limite di 500 mila euro.” (Bozza Legge di Stabilità, 2016)

Il Monco: Quando devo sparare, la sera prima vado a letto presto.

Il sonno della ragione genera anamorfosi bibliometriche.” (Redazione ROARS & Giuseppe De Nicolao, 2016)

El Indio: Quei due piuttosto che averli alle spalle è meglio averli di fronte, in posizione orizzontale, possibilmente freddi.

“Tutto questo […] è il diretto prodotto di una scelta politica fortissima di «compressione selettiva e cumulativa» dell’università italiana. Una scelta inaugurata da Tremonti-Gelmini, ma poi sorprendentemente continuata, con lo stesso identico indirizzo, dai governi successivi, e in particolare dal governo in carica.” (Gianfranco Viesti, Il Mulino, 2015)

El Indio: Non avresti dovuto sparare a quelle mele.

“Caro Presidente Renzi, la frase «l’Università fa schifo» da Lei utilizzata nel corso di una trasmissione televisiva suona offensiva per i docenti e il personale universitario che giorno dopo giorno svolge il proprio lavoro tra mille difficoltà. […]. Ci domandiamo preoccupati perché, quando si parla di Università, assieme alle mele marce non si ricorda che i nostri docenti, per la maggior parte, sono apprezzati e valorizzati anche all’estero come dimostra l’indagine che pone l’Università italiana all’ottavo posto nel mondo. (Vincenzo Vecchio, Presidente CNU, 2015)

Colonnello Douglas Mortimer: Le domande non sono mai indiscrete, le risposte lo sono… a volte.

“Le contestazioni a IIT-Human Technopole sono frutto di ignoranza.” (Roberto Cingolani, La Stampa, 2015). Le 10 domande della Redazione ROARS sull’IIT.

El Indio: Quando la musica finisce, raccogli la pistola e cerca di sparare.

“A chi non raggiunge risultati sul profilo della ricerca e delle pubblicazioni, per dirla brutalmente, taglierò i soldi. Una cosa che non ha mai fatto mai nessuno. Gli strumenti normativi già esistono, ma finora non c’è stata la volontà politica di usarli.” (Stefania Giannini, Ministro, L’Espresso, 2014)

Il Monco: Indio, tu il gioco lo conosci.

“Se le regole del gioco sono state corrette ad ogni lustro, i risultati sono sempre uguali: proteste, ricorsi al Tar, giudizi discutibili. Ricordo, però, che l’etica individuale e la correttezza comportamentale non si possono imporre per decreto: c’è un mondo universitario, da cui io provengo, che si deve interrogare nel profondo, in modo da evitare continui scandali e fare reclutamenti all’altezza” (Stefania Giannini, Ministro, L’Espresso, 2014)

Colonnello Mortimer: Che succede ragazzo?
Il Monco: Niente vecchio, non mi tornavano i conti.

“La classifica del Sole 24 Ore: Macerata e Salerno al top per la ricerca … o no?. Se il Sole 24 Ore pubblica la sua Classifica delle Migliori Università Italiane è naturale andare a vedere chi vince e chi perde. E c’è una sorpresa proprio per quanto riguarda l’indicatore più ambito, ovvero la qualità della ricerca scientifica. […] Ma quali indicatori ha usato il Sole 24 Ore per sconvolgere le gerarchie costituite? Stando a quanto dichiarato, ha fatto «tesoro delle valutazioni realizzate dall’ANVUR». Ma se andiamo a verificare sui dati VQR forniti dall’ANVUR, i conti non tornano.” (Redazione ROARS, 2014)