Graziosi (ANVUR): «sistema alla deriva, sono decuplicati i docenti»

«Questo sistema – questo io lo dico senza tema di smentita – è andato alla deriva, a partire dagli anni ’70-’80, proprio perché non è stata governata la sua espansione. […] Sono aumentate le università, sono decuplicati i docenti, ad un certo punto, grosso modo». A dire queste parole è stato il Vicepresidente dell’ANVUR, Andrea Graziosi. Ma cosa dicono veramente i numeri? L’Archivio della statistica italiana, sul sito dell’Istat, dice che dal 1961/62 al 1996/1997, i docenti sono passati da 27.578 a 60.468. Un po’ più che raddoppiati, ma per nulla decuplicati. Negli stessi anni, gli studenti iscritti erano cresciuti di otto volte. A chi si meravigliasse che la tesi della decuplicazione sia uscita dalla bocca di chi occupa un ruolo così qualificato e ben retribuito (178.500 Euro all’annuo), facciamo notare che nel frattempo Graziosi ha lasciato la Vicepresidenza dell’Anvur. Infatti, dal 2 maggio scorso, Andrea Graziosi è Presidente dell’ANVUR e guadagnerà 210.000 Euro all’anno. LEGGI l’articolo!




Per un pugno di dollari

Ramón: «”Quando un uomo con la pistola incontra un uomo col fucile, quello con la pistola è un uomo morto”. È un vecchio proverbio messicano.» ANVUR 2016: «Viste le statistiche relative al conferimento dei prodotti alla VQR 2011-2014, l’ANVUR si complimenta con la comunità accademica italiana. L’adesione delle università all’esercizio di valutazione permetterà all’Agenzia di procedere con l’esercizio di valutazione e di generare nei tempi dovuti la seconda istantanea dello stato della ricerca italiana.» I capolavori sono tali perché ci parlano anche al di là delle stesse intenzioni del loro autore. Sergio Leone non poteva immaginarlo, ma “Per un pugno di dollari”, il primo film della “trilogia del dollaro”, offre un’insolita ma illuminante chiave di lettura per interpretare articoli e dichiarazioni recenti che riguardano l’Università.Leggi il resto dell’articolo (di Nicola Casagli)




Andrea Graziosi è il nuovo presidente ANVUR

Si apre per ANVUR la “fase due”: Andrea Graziosi subentra come nuovo presidente a Stefano Fantoni, giunto al termine del mandato. Un giusto riconoscimento per chi, più di ogni altro, si è distinto per solerzia e fedeltà alla causa. Solerte al punto di scriversi da solo un appello a favore della “mediana di qualità” per poi citarlo sul Sole 24 Ore (senza menzionare di esserne l’autore) come dimostrazione del consenso dal basso proveniente in modo apparentemente spontaneo da “circa 20 società scientifiche”. Peccato che si fosse scordato di cancellare le sue “impronte digitali”: bastava un semplice esame delle proprietà del file contenente l’appello per scoprire che l’autore di quell’appello spontaneo (si fa per dire) era il Presidente del GEV 11, Andrea Graziosi. Una carriera quella di Graziosi che può ben dirsi “di Lotta e di governo”. Se da giovane era iscritto a Lotta Continua, non è sceso dalle barricate nemmeno ora che ricopre ruoli istituzionali. L’episodio più recente risale a pochi mesi fa quando, nelle vesti di vice-presidente ANVUR, si è messo a raccogliere firme presso le società scientifiche per bacchettare il Presidente del Consiglio, colpevole di non finanziare adeguatamente la ricerca. LEGGI l’articolo completo.




ANVUR: il Sud? Si è suicidato. La cura? Più serie B, meno Giurisprudenza e Medicina. Lì non servono.

«E, siccome il Sud, come ho scritto nel titolo, a mio parere, si è suicidato, non è stato ucciso, allora il problema è che per poter creare una base di discussione che sia, tra virgolette, “accettabile” al resto del paese, occorre chiarire i meccanismi di accountability. Perché il paese può fare un investimento compensativo al Sud, visto che non può uccidere i docenti inattivi che sono presenti nelle università del Sud e rimpiazzarli con docenti nuovi freschi. […]  Marino [Regini] suggeriva la differenziazione tra orientamento professionalizzante e orientamento di tipo generalista – ma uno può anche dire: “al Sud basta facoltà di Giurisprudenza” con rispetto ai colleghi eventualmente presenti che siano laureati in Giurisprudenza in università del Sud. Perché è un input produttivo che non serve, non serve a quella regione lí. E quindi uno dice: “chiudo dei corsi, li chiudo d’autorità, sposto il personale da altre parti perché invece voglio promuovere degli altri corsi”. E via di questo passo», come spiegato dalla slide che, oltre ad auspicare per il Meridione «più corsi professionalizzanti e meno corsi di giurisprudenza» dice anche «più beni culturali e meno medicina». A parlare così è l’ANVUR per bocca di uno dei suoi consiglieri, Daniele Checchi, che non brilla per rigore quando usa gli indicatori di velocità negli studi a sostegno della tesi del suicidio del Sud. «La letteratura corrente, che io ho letto – a differenza di Daniele che la scrive con grandissima qualità – mi pare suggerisca anche che la velocità alla laurea dipende dal bagaglio di competenze che uno si porta dal liceo» gli fa notare Gianfranco Viesti. Il quale, oltre a pizzicarlo su un altro paio di punti, descrive punto per punto i meccanismi per nulla meritocratici attraverso i quali non solo si è ampliato il divario tra Nord e Sud, ma – cosa che non è successa in alcun paese – si è ridotta l’intera università italiana del 20% nel giro di otto anni, «una delle peggiori politiche pubbliche fatte in questo paese». LEGGI l’articolo




L’ANVUR ha comunicato l’esito della riapertura della VQR dal 4 al 15 aprile 2016

La media nazionale degli astenuti  è scesa poco, dall’8% solo al 6,2%, per cui si possono fare le stesse considerazioni già fatte in occasione della chiusura del 30 marzo, ossia divari notevolissimi da sede a sede, non rispondenti ai valori reali degli Atenei: la VQR risulta ancora molto poco significativa. Trovate i dati QUI




VQR 2011-2014: l’ANVUR (ri)sconfessa l’ANVUR, …

Mah?!!!

Il 1 dicembre 2015, l’ANVUR, con una sorprendente delibera ritornava sui propri passi, rimuovendo l’obbligo dell’identificativo ORCID per poter partecipare alla procedura VQR. L’ANVUR, dunque, considerava quel 4% di colleghi non valutabili, perché privi di ORCID, come uno squilibrio del processo valutativo capace di minare una “valutazione completa ed accurata della ricerca”. Il 15 marzo 2016, l’ANVUR, “viste le statistiche relative al conferimento dei prodotti alla VQR 2011-2014, l’ANVUR si complimenta con la comunità accademica italiana” e afferma, che “l’adesione delle università all’esercizio di valutazione permetterà all’Agenzia di procedere con l’esercizio di valutazione e di generare nei tempi dovuti la seconda istantanea dello stato della ricerca italiana”. In pratica l’ANVUR sorvolava sul problema del mancato conferimento dell’8% dei prodotti come se questo non fosse affatto un problema, ma il 30 Marzo 2016, però, l’ANVUR si (ri)sconfessa e comunica una “Nuova finestra per il conferimento dei prodotti per la VQR 2011-14”, accogliendo, “la richiesta dei Rettori di alcune Università“. Da queste ultime circostanze, appare evidente non solo l’incoerenza dell’agenzia ma che esistono “alcuni Rettori” che sono più Rettori degli altri, visto che, chiaramente, costoro hanno ottenuto più di quanto aveva richiesto l’intera CRUI, la cui richiesta di proroga fino al 30 aprile aveva ottenuto solo un posticipo fino al 14 marzo.

Il 1 dicembre 2015, l’ANVUR, con una sorprendente delibera (n. 15) a procedura ampiamente aperta, ritornava sui propri passi, rimuovendo l’obbligo dell’identificativo ORCID per poter partecipare alla procedura VQR 2011-2014, come espressamente previsto dal bando tra i requisiti [1].

Lo faceva, per tutelare la completezza e l’accuratezza della valutazione (“CONSIDERATO che una valutazione completa ed accurata della ricerca prodotta da Atenei ed Enti di Ricerca costituisce interesse generale degli stessi, anche alla luce degli effetti che ciò avrà sul loro finanziamento”), evitando squilibri che avrebbero inficiato i risultati, tenuto conto che, alla chiusura  delle  operazioni  di accreditamento degli  addetti  alla ricerca,  prevista  in data 30 novembre  2015, solo il  96%  di  tali  addetti  aveva  acquisito  l’identificativo ORCID, …con sentimento protettivo.

L’ANVUR, dunque, considerava quel 4% di colleghi che non sarebbero stati valutabili, perché privi di ORCID, come uno squilibrio del processo valutativo capace di minare una “valutazione completa ed accurata della ricerca”, squilibrio tanto più dannoso poiché la procedura avrebbe avuto pesanti ricadute sui finanziamenti.

Il 15 marzo 2016, l’ANVUR, “viste le statistiche relative al conferimento dei prodotti alla VQR 2011-2014, l’ANVUR si complimentava con la comunità accademica italiana”. Affermava, che “l’adesione delle università all’esercizio di valutazione permetterà all’Agenzia di procedere con l’esercizio di valutazione e di generare nei tempi dovuti la seconda istantanea dello stato della ricerca italiana”, … con sentimento di giubilo.

In pratica l’ANVUR sorvolava sul problema del mancato conferimento dell’8% dei prodotti come se questo non fosse affatto un problema, …con sentimento spudorato.

L’ANVUR, quindi, smentiva se stessa affermando, contemporaneamente, sia che il 4% di docenti privi di identificativo ORCID avrebbe causato squilibri e inficiato i risultati di una valutazione, sia che l’8% di prodotti non conferiti avrebbe comunque potuto “generare nei tempi dovuti la seconda istantanea dello stato della ricerca italiana“, …con sentimento incoerente.

Acquisita un’abitudine, è difficile perderla: l’ANVUR ci ricasca e sconfessa nuovamente se stessa.

Infatti, il 4 febbraio 2016, la CRUI inviava una lettera (Prot. 173-16/P/rg) al Sen. Prof.ssa Stefania Giannini, Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e al Prof. Stefano Fantoni, Presidente ANVUR, chiedendo “una proroga (della VQR, ndr) al 30 aprile al fine di permettere l’inserimento consapevole e corretto dei dati da parte degli atenei, altrimenti impossibile”.

Il 19 febbraio, Consiglio Direttivo dell’ANVUR deliberava di prorogare tale scadenza (solo) fino al 14 marzo. L’ANVUR affermava che tale proroga avrebbe reso “vieppiù critici i tempi previsti dal Decreto Ministeriale per la conclusione della VQR 2011-2014” e invitava gli Atenei “in grado di chiudere la procedura di conferimento dei prodotti prima del 14 marzo a provvedere, in modo da consentire ai GEV di iniziare tempestivamente la fase di valutazione”, …con sentimento operoso e magnanimo.

In pratica l’ANVUR, certificava che non era possibile andare oltre al 14 marzo senza pregiudicare la tempistica prevista dal Decreto Ministeriale per la conclusione della VQR 2011-2014.

Il 30 Marzo 2016, però, l’ANVUR si (ri)sconfessa e comunica una “Nuova finestra per il conferimento dei prodotti per la VQR 2011-14”, accogliendo, “la richiesta dei Rettori di alcune Università“, …con sentimento indulgente.

E’ evidente, però, la nuova sconfessione. Per l’ANVUR “i vieppiù critici i tempi previsti dal Decreto Ministeriale per la conclusione della VQR 2011-2014”, sentenziati il 19 febbraio, non sono più tali il 30 marzo, …con sentimento contraddittorio.

Con questa riapertura dei termini del conferimento, l’ANVUR riesce nell’impresa di (ri)sconfessarsi contemporaneamente anche un’altra volta, smentendo, implicitamente, il successo annunciato il 15 marzo e certificando il clamoroso flop della VQR 2011-2014, …con sentimento di doppio salto mortale all’indietro.

Da queste ultime circostanze, appare altrettanto evidente che esistono “alcuni Rettori” che sono più Rettori degli altri, visto che, chiaramente, costoro hanno ottenuto più di quanto aveva richiesto l’intera CRUI, il 4 febbraio 2016.

Sarà interessante vedere quale posizione prenderà la CRUI nei confronti dell’ANVUR, del MIUR e, soprattutto, di “alcuni Rettori” che, scavalcando la CRUI stessa, dimostrando di essere un interlocutore politicamente più credibile, …”perché, se non c’è un chiarimento“… [2].

Chi saranno mai questi Rettori (ammesso che esistano veramente)?

Quali motivazioni avranno addotto per convincere l’ANVUR a smentire se stessa per l’ennesima volta?

La Rete29Aprile ha posto queste due semplici domande con una lettera aperta [3].

Sarà disposta l’ANVUR a sorprenderci rispondendo a queste due semplici domande…con un (inconsueto) sentimento di chiarezza?

Sarebbe arrivata l’ora di iniziare a sconfessare l’opacità in favore della trasparenza, …con sentimento di correttezza.

Sarebbe anche il caso che il Consiglio Direttivo dell’ANVUR si assumesse, finalmente, tutte le proprie responsabilità attraverso un unico atto conseguente, …con sentimento di decenza.

Proprio quello lì, l’avete capito tutti, anche chi ci legge dall’ANVUR, …con sentimento di perspicacia!

[1]  http://www.rete29aprile.it/index.php/comunicati-stampa-menu/comunicati-r29a/509-vqr-2011-2014-l-anvur-sconfessa-l-anvur

[2]  http://www.roars.it/online/zombie-vqr-crui-non-sa-miur-tace-e-anvur-non-si-da-pace/

[3]  http://www.rete29aprile.it/index.php/comunicati-stampa-menu/comunicati-r29a/512-lettera-aperta-all-anvur

By Gianluca Aloi




Scandaloso! L’ANVUR riapre la VQR!

Con un comportamento a dir poco scandaloso, l’ANVUR decide di riaprire la VQR! Vedi l’articolo




A chi collabora alla VQR diciamo che…

Accettando LIBERAMENTE il ruolo di revisori, i ricercatori lodati dall’ANVUR rinunciano alla possibilità di fermare la VQR e perdono ogni diritto a protestare contro di essa, quale che sia la motivazione alla base della loro scelta. LEGGI l’articolo su ROARS a firma di Alberto Baccini – Università di Siena – Nicola Casagli – Università di Firenze – Giuseppe De Nicolao – Università di Pavia – Stefano Semplici – Università di Roma Tor Vergata




La protesta è fallita. La VQR è morta. Pubblicati i dati ANVUR

«Fallisce la protesta contro la valutazione» titola Repubblica (si legga l’articolo assai scorretto a mio parere personale); Link al sito ROARS per leggere il commento, Il vanaglorioso Comunicato-stampa-Anvur-15-marzo-2016 (un parere scorretto che non tiene conto di quanto avvenuto in molte sedi grazie anche ai pesanti interventi degli “amici” rettori (danoi eletti unitamente ad altre figure)).e i dati statistici della VQR 2011-2014.




Gruppo di coordinamento di docenti “stopVQR” di Tor Vergata

Una lettera dal gruppo di coordinamento di docenti “stopVQR” di Tor Vergata su VQR e terza missione dell’Università. LEGGI




Se 30 euro vi sembran troppi…

Un commento sui trenta denari dell’ANVUR. Sono forse troppi? LEGGI




I trenta denari dell’ANVUR

In questi giorni sta arrivando a molti di noi un messaggio-invito dell’ANVUR a fungere da valutatore per la VQR.  Inviterei i Colleghi che hanno aderito alla VQR senza convinzione e per puro spirito istituzionale e che hanno ricevuto o riceveranno tale comunicazione a valutare la possibilità di rifiutare. Il rifiuto non danneggerà nessuno (Ateneo, Dipartimento), ma sarà un’ulteriore forma di protesta!




ANVUR aggiorna alcune soglie…..in corsa!

Un commento su come opera ANVUR




E’ arrivata la proroghina!

Al posto della (vanamente) invocata sospensione è arrivata ufficialmente la (a mia parere dannosa) “proroghina” al 14 Marzo




La protesta che i Rettori non vogliono vedere

Il titolo dell’articolo è esplicativo, salvo che non sono solo i Rettori che non vogliono vedere, ma anche altri…..